domenica 18 novembre 2012

Fusi - Alessandro Erato


Le mani fuse come gocce o lacrime,
nel tuo nero o bianco v’è un grigio,
fuso come opposti
che si lasciano incontrare;
come congiunzioni, attrazioni
e le mani che cercandone altre
si disperdono nei venti.
Il tuo nero divora il mio bianco,
la mia assenza,
come una voce al di là dei muri
e di questa prigionia.
Ti sento sussurrare nelle intercapedini
Delle torri a cui mi lego come malta.
Sono nei tuoi nei, fra le labbra,
mi deformo tra le dita, slanciandomi
nelle carezze accecanti, come
le veneziane corrose al sole di luglio.
Fusi come un congiungersi violento,
come mani che carezzano,
come abbracci
che invadono l’anima.



Donna - Alessandro Erato


Il crepitare silente del tuo fuoco
è un richiamo a cui la vita tutta non resiste,
ella ama fin il tuo fumo
che vuoto e mortale riempie le nostre bocche
e si posa nei nostri polmoni,
la danza vindice
che la tua movenza femmina ci mostra
è come la luce alla fine di una scura notte
e ammalia i sensi e l’animo remoto,
i tuoi capelli si perdono nell’immenso
ove il vento soffia
 il lamento ebbro dei tuoi amanti
che penosi son svuotati della loro vita
e straziati e fermi come nulle statue
a celebrar ogni tuo passo,
e una tua carezza muove il sol
e un tuo bacio rosso illumina la luna
e al tuo cospetto mute son le stelle.



venerdì 12 ottobre 2012

Amami in silenzio - Poesia e video






Segui i miei passi se ti giova,
perché io, quando voltandomi ti vedrò,
esploderò in amore
e sarò luce così forte da illuminare
le tue segrete stanze.

Accarezza, soave come sei
e con le tue caste nuvole
piovi su di me,
oh mia eterna tentazione.
Scorri fluente nei miei pensieri,
 non dimorare nei mie ricordi,
                                     saresti solo un mattone
                                     in una nera cattedrale.

Amami in silenzio
e per me sarai un urlo tanto forte
che sveglierà i miei occhi
che cercheranno altro riposo.
Porgi fiori sul mio cammino
così che io possa annusarti
…e brucia nel fuoco della mia passione
e io respirerò la tua cenere.



domenica 7 ottobre 2012

Gli amanti



Nella notte e nei suoi tormenti

Si desiderano con gran cura
Gli amanti,
il gelo prende fuoco
nell’immensa alcova,
feroce la passione
banchetta sui nudi corpi.
Passi sulla sabbia le parole,
che un’onda,
già presto cancella,
ma l’amore no!
Non v’è tempesta
Che vi increspa il viso
Non v’è timore
Che turba l’angelico pensiero,
l’amore degli amanti
è bastone per i dolori dell’uomo
e per le sue illusioni…
l’amore spinge il volo
che sboccia in sorrisi
e nelle calme gesta
di chi si ama…








domenica 23 settembre 2012

Senza Titolo


M’aggrappo al tuo ciglio
Purché non cada tra fosse comuni.
Mi stringo ai tuoi sensi – smaniosi.
Mi circondo del nulla
Purché al mio passaggio
Un’ombra – alcuna – ti racconti di me.
Banchetto tra rimembranze
Sviluppandomi tra attimi e foschie
Sbranando i resti
Dei tuoi giorni persi.

Rovisto tra le consuetudini,
tra il caffè amaro e il rossetto nero,
e graffio le pareti
purché io sia unghia – forse denti.
Tremo di sussurri che cedo
E questa pioggia di vetro
Finirà dentro te.
Scomparire – inerme
Per ritrovarmi intrecciato
Alle corde dell’anima tua.


Alessandro Erato



lunedì 4 giugno 2012

MAGNIFICENZA E STUPORE

Magnificenza e stupore



Campane – dettami di segreti
Col sole che scorre nelle vene
Che son vuotate, nei calli aridi
Come zolle scomposte, come
La pioggia o al peggio
La neve – leggenda per i propri figli.

S’immagini un matto brusiar assonnato
Così la mia terra s’affolla negli ulivi,
nei ruvidi cortecci e nei grani
che dorati mitigano e sferzano i meriggi.
I maestrali spolpano le viti raccolte
E nei castelli filari turchi
Si lasciano spiare esangui negli spadari.

Si sogni un ballo – sia pur ammiccante
Si calcoli il pedante ritmo – sia pur sempre eguale
Sia l’antica melodia
Sia lo strumento che insegue l’amplesso.

S’ammiri, seppur distratti,
da rumore di psicosi e poesia;
lo scoglio consumato
si colga nel fondo
la terra sui volti arsi
sui piedi nudi a croste, negli occhi spersi.
Nel delirio intatto della salsedine
Vi sono chiese, << chiese! >>
Chiese che s’ammantano
Di splendida solitudine
Tra tufi arsi e maree che ritornano puntuali.

Così lo chiamano semplice
Salento, magnificenza e stupore.






martedì 6 dicembre 2011

PENDOLO (Poesia di Alessandro Erato)



Come pendolo galleggio
Tra verginità svelate,
Come imeni d'ambra liscia
Perdendo e ritrovando
La mia anima corrotta.
Tra ruvide fusa,
Tra l'ignoto ai tuoi occhi.

So che nascondi
L'acqua e la vite
Nel tuo grembo intatto e mortale
Nel tuo cuore
Di bianco velluto
Nella tua flessa nuca.
Fra i tuoi profumi,
Come un cogliere
D'essenza,
So che nascondi
La linfa e l'albero
Nella tua terra fertile.
Ma io come un pendolo galleggio
E sono notte e giorno
Alba e tramonto
Dentro di te


Alessandro Erato