domenica 18 novembre 2012

Fusi - Alessandro Erato


Le mani fuse come gocce o lacrime,
nel tuo nero o bianco v’è un grigio,
fuso come opposti
che si lasciano incontrare;
come congiunzioni, attrazioni
e le mani che cercandone altre
si disperdono nei venti.
Il tuo nero divora il mio bianco,
la mia assenza,
come una voce al di là dei muri
e di questa prigionia.
Ti sento sussurrare nelle intercapedini
Delle torri a cui mi lego come malta.
Sono nei tuoi nei, fra le labbra,
mi deformo tra le dita, slanciandomi
nelle carezze accecanti, come
le veneziane corrose al sole di luglio.
Fusi come un congiungersi violento,
come mani che carezzano,
come abbracci
che invadono l’anima.



1 commento:

  1. Ciao Alessandro, molto bella e bella anche la fotografia che hai scelto per accompagnarla.
    Buona settimana.
    Antonella

    RispondiElimina